“Come Tu Padre sei in me ed io in Te, siano anch’essi in noi una cosa sola,
perché il mondo creda che Tu mi hai mandato.
E la gloria che Tu hai data a me io l’ho data a loro perché siano come noi una cosa sola.
Io in loro e Tu in me, perché il mondo sappia che Tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.
Ed io ho fatto conoscere loro il Tuo nome e lo farò conoscere,
perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi ed io in loro.”
(Gv 17,21-26)
In questo arazzo ho voluto ripercorrere la storia del nostro amore, che abbiamo ricevuto in dono dal Signore. Lo abbiamo ricevuto da Lui e glielo abbiamo ridonato, facendoci disponibili al suo agire.
Al centro c’è una spirale formata da due colori che simboleggiano la nostra alterità che è ricomposta in armonia dal Signore. L’arancione simboleggia me e il viola simboleggia Paolo: due colori che al centro sono uniti in strette spirali, all’interno delle quali c’è un nucleo di piuma bianca che simboleggia l’amore di Dio per ognuno di noi due, che diventa, nel nostro volerci bene, la sostanza stessa del nostro amore. Il mistero della nostra unità nella differenza non è mai scontato, mai esauribile, è una tensione vitale che mai si placherà fino alla fine dei tempi, quando saremo pienamente “uno” in Lui, secondo il sogno che Lui ha su di noi.
L’amore di Dio infatti ci ha abitato come persone, ma ancora di più come coppia che vive il proprio amore ponendolo all’interno del Suo Amore. Abbiamo scoperto così la possibilità e la responsabilità di ricomporre la pienezza, la totalità del corpo divino nella nostra relazione, nella quale l’altro mi ridimensiona e mi riporta al Dio che mi abita.
Questa piuma bianca, amore di un Dio trinitario presente nel nostro amore, percorre con noi la nostra strada, guida i nostri passi, lavora in noi tessendo il nostro rapporto e tutti i nostri rapporti, dandoci una spinta dinamica che ci fa partecipare alla sua spinta di apertura e di dono, aprendoci prima in noi stessi, poi come coppia, quindi agli altri , rendendoci sempre più vasti e fecondi. Ecco infatti che da questo movimento circolare partono nuclei variopinti , perline, stelline, borchiette, per raccontare l’esperienza più varia di vita nascente, di vitalità inedita e variegata, di potenzialità inattesa che è scaturita dal nostro rapporto e dall’incontro con gli altri e che non può essere trattenuta, ma richiede di essere ri-donata.
Ripercorrendo all’indietro la nostra vita ci accorgiamo era la Sua mano che ci tesseva, che ci sosteneva, che ci rivitalizzava nei momenti difficili e bui. Questo arazzo è quindi un canto e una danza di lode alla Sua azione in noi che ci ha trasmesso gioia e vita, calore e speranza, energia e capacità di ricominciamento dopo le cadute.
“Io in loro e Tu in me, perché il mondo sappia che Tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.
Ed io ho fatto conoscere loro il Tuo nome e lo farò conoscere,
perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi ed io in loro. “(Gv 17, 21-26)