“Se uno non si aspetta l’impossibile, non lo raggiungerà mai (Eraclito di Efeso)
Dicono i rabbini che il Mar Rosso si aprì quando il primo ebreo vi mise dentro il piede. Non già che videro il mare aperto, la sabbia asciutta e quindi vi avanzarono dentro, ma che, mescolando fede e speranza, speranza e incoscienza, misero il piede nell’acqua e l’acqua si aprì. Li chiamava il futuro del mare, non il mare presente.
Così l’uomo dalla mano inaridita nella sinagoga di Cafarnao (Mc 3). “Stendi la mano” gli dice Gesù. E l’uomo non risponde, come sarebbe logico, : “ma è impossibile, non ci provo neanche, sono vent’anni che sono paralizzato”. Invece, dice il Vangelo, fece così, ci provò, tentò l’impossibile, e la mano fu guarita.
L’impossibile che diventa possibile….. Questo è uno dei modi per aiutare il futuro a tessere il suo abito da festa. “Nulla è impossibile a Dio” ha detto l’angelo a Maria. Gli angeli sono inviati per questo, a dire che l’impossibile è diventato possibile.
E’ possibile che il Verbo eterno si faccia bambino, e fame di latte, e pianto di neonato, e bisogno di abbracci, e carne inchiodata sul legno.
E’ possibile che Paolo, il persecutore, diventi il più grande diffusore del Vangelo.
E’ possibile che Lazzaro oda la voce nel buio della grotta ed esca fuori.
E’ possibile che nella prostituta si risvegli la donna.
E’ possibile amare i nemici e non ucciderli. E’ possibile.
La speranza nel futuro è fede nella possibilità dell’impossibile. Il cristianesimo annuncia questo. E’ uno dei nomi di Dio, ha detto l’angelo a Maria. Questo è causa della felicità, altro non c’è.
Da Il Futuro ha un cuore di tenda – E. Ronchi – Ed Romena- 2015