“Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra” (Sal 16)
“Di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta,
arida, senz’acqua.” (Sal 62)
In questo arazzo ho voluto esprimere il tempo liturgico dell’Avvento, contrassegnato dalla fedele e paziente attesa.
Al centro vi è una lunga strada che, dal paesaggio assolato, porta verso l’orizzonte attraverso un ambiente più oscuro che simboleggia le difficoltà della vita. Al limitare della strada si intravede l’albore di una nuova e definitiva luce che illumina anche le nubi che si addensano nel cielo, donando loro bagliori violetti e dorati. Riflette uno spettacolo incantato ammirato sulle Prealpi, dove all’alba le nuvole si coloravano di un rosso-violetto-dorato impossibile e splendente, rispecchiandosi in un laghetto immobile, circondato da montagne scurissime.
L’attesa della venuta del Cristo, unica vera luce della nostra vita che si snoda su percorsi a volte tortuosi a volte dolci ed assolati, è in bilico fra un “già” che ci fa assaporare la Sua presenza accanto a noi ed un “non ancora” che verrà a rischiarare tutte le ombre che ci fanno paura. Possiamo sostenere questa attesa confortati dall’amore e dalla testimonianza di chi ci cammina accanto e dalla Sua promessa: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,20 ).