“Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio
perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto di giustizia”. (Is 61,10)
“Un gran segno apparve in cielo: una donna vestita di sole,
con la luna sotto i piedi, incoronata con dodici stelle”. (Ap 12,1)
Questo arazzo mi è stato richiesto da una persona cara che così mi ha posto un compito impossibile. All’inizio ho cercato di sottrarmi, ma poi, seguendo l’invito di Benedetto, mi sono cimentata in questa ardua impresa. Avendo difficoltà nell’eseguire il volto, sono partita dal manto che mi affascinava e mi attirava, nel tentativo di rendere un senso di tenero avvolgente abbraccio.
In sottofondo al lungo lavoro sono riaffiorati tanti canti alla vergine imparati sulle ginocchia di mia madre, poi lentamente ha prevalso il canto che da decenni abbiamo pregato a Camaldoli con tutta la famiglia nel giorno dell’Assunta.
Ecco così che questa immagine della Vergine è diventata l’immagine della donna dell’Apocalisse e sono apparsi il vestito di sole, la luna, le dodici stelle, e gli angioletti. Il drago che vuole divorare il bambino è stato simboleggiato dalle fiamme che scaturiscono sulla destra. Gli angeli gli fanno da barriera pronti a portare in cielo il bambino, portato teneramente al volto dalla Madonna prima del distacco, quando altri angeli condurranno lei al riparo nel deserto.
I tre fili che contornano l’arazzo simboleggiano la Trinità: l’azzurro è il Figlio, il dorato è il Padre, la piuma bianca rappresenta la leggerezza ed il movimento dello Spirito Santo.
La cornice ottagonale, suggerita ed eseguita da Paolo, che ha richiesto una particolare e geniale soluzione per supportare i fili dell’ordito nella parte obliqua, vuole simboleggiare l’ottavo giorno: il giorno della Resurrezione, il “giorno dopo il Sabato” quello delle apparizioni del Risorto e delle celebrazioni della Chiesa Apostolica (At). È il giorno del compimento ultimo della salvezza annunciato dall’Apocalisse, che fonda la fiducia incrollabile nella fedeltà di Dio che mantiene le sue promesse e vince tutte le potenze del male.
“Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
“Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno il suo popolo ed Egli sarà il “Dio-con loro”.
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento , né affanno,
perché le cose di prima sono passate” ( Ap 21,1-4).