Se dovessi scegliere una reliquia della tua Passione
prenderei proprio quel catino colmo d’acqua sporca.
Girare il mondo con quel recipiente
e ad ogni piede cingermi dell’asciugatoio
e curvarmi giù in basso,
non alzando mai la testa oltre il polpaccio
per non distinguere i nemici dagli amici
e lavare i piedi del vagabondo, dell’ateo, del drogato,
del carcerato, dell’omicida, di chi non mi saluta più,
di quel compagno per cui non prego mai,
in silenzio,
finché tutti abbiano capito nel mio
il tuo Amore.
(Madeleine Delbrel)
Con questo gesto intenso il Signore Gesù si china a lavarci i piedi. Noi, seduti sulle nostre presunzioni, sulle nostre false certezze, sui nostri giudizi senza appello, facciamo fatica anche solo a porgergli i nostri piedi, ingabbiati dalle nostre false sicurezze.
Ma Lui sa aspettare, ci invita ripetutamente ad avere parte con Lui e questa sua dolce fermezza vince le nostre resistenze.
Forse ancora non molto convinti, ma solo rispondendo al desiderio che leggiamo nei suoi occhi gli porgiamo le nostre fragilità, le nostre ferite più nascoste, quelle di cui più ci vergogniamo.
Lasciamo finalmente che Lui si faccia vicino, le prenda in mano, le curi e le risani con la carezza delle sue mani, ci doni il fresco sollievo dell’acqua, ci asciughi con tenera attenzione, come una madre al proprio bimbo.
Ora sì siamo finalmente pronti a seguirlo, Lui che è la Strada. Dissetati al suo pozzo di acqua viva. Resi capaci di donare a nostra volta la Sua acqua a chiunque ne abbia bisogno. Ora che siamo stati nutriti dal pane vivo che è il suo corpo e dissetati dal suo sangue, spirito di vita, possiamo rimanere uniti a Lui come tralci alla Vite e resi capaci di portare il frutto che Egli vorrà.
Pronti a nostra volta a inginocchiarci di fronte alle fragilità trattandole con la stessa cura amorosa che Lui ci ha insegnato.