Meraviglia

Ispirato ai dipinti della pittrice Russa Alla Tzank

La morbidezza sa donare dimora alla storia dell’altro, dopo averla sostenuta e abbracciata…. Distende il cuore e le parole perché l’altro possa riposare, si modella sulla sua sagoma senza per questo omettere la verità.

 

Meditando le immagini (del telo delicatamente sollevato che mostra come un tesoro la stella marina) avverto una sensazione diffusa di scioglimento, e sento che la simbologia del telo regala una via di umanizzazione. Stendo per te i miei teli, appiano gli automatismi, offro tepore alle tue parti esposte ed offese. Qui puoi riposare. Prendo un lembo della tua storia e, ogni volta, lo faccio con devozione rituale, come se stessi tenendo il mare fra le mani. Nel retroterra delle tue giornate, dove ti vedo più fragile, scorgo il corallo del tuo cuore. La stella orfana ancora viva e brillante. (Alessandro Vetuli).

In principio era la tenerezza. ..La morbidezza è ritrovare le radici dell’umani, il legame originale: La tenerezza è originaria nell’essere umano e nel progetto di Dio. Gesù è il racconto della tenerezza di Dio. Illumnante è la fekice formula verbale di papa Francesco: il cristiano esprime una “ tenerezza combattiva”. Si oppone al male, combatte tutto ciò che fa male ai figli di Dio, non è mai passivo, ma opera con lo stile della tenerezza, della delicatezza inerme e indomita, che non si arrende allo spirito cattivo della sconfitta (E.G.).. La tenerezza implica mettere al centro delle relazioni non un sistema di nozioni o di idee, ma il volto dell’altro, la sua presenza fisica che interpella, la carne con il suo dolore e la sua gioia contagiosa.

Implica che, invece di centrarci su teorici valori non negoziabili. Unico valore non negoziabile siano i figli di Dio! Prima legge di Dio è che l’uomo viva. E questa legge è anche tutta la sua gioia. Gesù ci invita alla “rivoluzione delle tenerezza” (E.G. 88).

Questo è il sogno di Dio: che nessuno dei suoi sia senza capacità di dare e ricevere tenerezza, di toccare e lasciarsi toccare nel cuore; che nessuno sia nella lontananza, nessuna chiesa sia senza festa nel cuore. E tutti sempre più simili a Lui, il “Molto tenero”. (Ermes Ronchi)