“Il Cigno Bianco”
– Desiderando la purezza del cuore –
“Crea in me, o Dio , un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo.
..Tu non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è il mio sacrificio, un cuore affranto ed umiliato tu non disprezzi” (Sal 51)
“Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della sera.” (Sal 141)
Dalla base dell’arazzo scaturiscono come foglie luminose multicolori: tante forme che esprimono la molteplicità e la complessità della vita che viviamo, vita bella e piena, ricca di armonia e di dissonanze.
In questa vita bella e ricca si sente il bisogno, il desiderio di fare uno spazio di silenzio e di attesa: ecco le mani che si allargano a creare ampiezza, a creare disponibilità, a custodire la possibilità di ricerca, ad aprire una possibilità di accoglienza. Ed in questo spazio, pazientemente e ripetutamente, fedelmente aperto si apre la possibilità di scoprire una Presenza che vi è già all’interno, che già abita ma che insieme chiede ulteriore possibilità di scaturire in tutta la sua ricchezza. Questo è lo spazio di preghiera, di attesa, di ascolto della presenza divina che già ci abita ma che chiede di potersi espandere per donare tutta la sua fragranza di vita.
La Presenza Divina che ci abita è come un seme che per sbocciare in pienezza e bellezza ha bisogno di apertura, di accoglienza, di ascolto, di intima rispondenza. E’ un dono di presenza fedele ogni giorno rinnovato in gocce di Vita che nutrono la nostra sete, che rispondono alla nostra ricerca e attesa.
Questa Presenza di Vita per poter germogliare e dare frutto ha bisogno che le mani, dal semplice movimento di fare spazio, passino alla consapevole decisione di disponibilità, al movimento interno della persona che è offerta di sé, nella totalità della propria pochezza. Ecco che allora tutte le componenti dell’essere, quelle luminose (il filo bianco lucente) ma anche quelle oscure (il filo nero lucente) come quelle di energia di vitalità e di amore (il filo rosso da cui parte verso l’esterno il tulle rosso), tutte si armonizzano in un fecondo equilibrio che ricompone la persona e tutta la realtà circostante in una musicale fluida armonia. Il Donante si fa accolto, l’accogliente si fa donato per essere a sua volta accolto, per imparare ad essere umile canna che trasmette Vita Donata.
“Noi siamo tempo, per cui dobbiamo- frammento per frammento, istante per istante- accogliere la forza creatrice, esercitare la fede, cioè l’accoglienza, cioè l’ascolto. Ogni istante ci porta un’offerta di vita e deve diventare in noi un’offerta di vita ai fratelli”. (C. Molari – Il difficile cammino della fede – Oreundici- Gli scoiattoli n. 02 2013)
Le piccole scintille dorate presenti nelle foglie poste nell’arazzo ai lati delle mani rappresentano proprio questo diffondere intorno a noi la vita divina ricevuta ed accolta.