“Quieta vastità notturna”
“Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo, penso a Te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto
esulto di gioia all’ombra delle tue ali; a Te si stringe l’anima mia e la forza della tua destra mi sostiene”
(Sal 62)
La parte posteriore dell’arazzo ci mostra uno spicchio di mare illuminato dalla quieta lucentezza della luna. Anche le nostre notti possono essere abitate dall’armonia, dal respiro del vento, dal profumo del mare, da una luce che pur tenue trasmette calore e speranza. La benedizione del Signore non ci raggiunge solo nella calda operosità del giorno, ma abita anche le nostre ombre, le nostre oscurità, le nostre fragilità sfuggenti e instabili come onde. E’ lì che ancora di più è necessaria l’apertura ad un respiro più ampio, capace di trasmettere vita anche negli abissi più profondi. L’amore di Dio è più forte dei gorghi più neri dove può smarrirsi la nostra anima; è capace di abitarli e trasformarli in quieta fragranza di onda che accarezza e avvolge di un profumato abbraccio le nostre ferite. La vastità del mare può aiutarci ad entrare nel mistero dell’infinito .
“Chi ha misurato le acque del mare con il cavo della mano, l’estensione dei cieli con il palmo?” (Is 40,12)
Allargando i confini del nostro sguardo, respirando il soffio di vita che ci raggiunge da lontano,entrando nella prospettiva dell’eternità, si dissolve l’angustia per i nostri problemi e ci raggiunge la gioia della speranza.
“Se guardo il cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate io mi domando : che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle Tue mani tutto hai posto sotto i suoi piedi.” (Sal 3)