“Un abisso chiama l’abisso al fragore delle tue cascate.
Tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati” (Sal 41)
“Amo il Signore perché ascolta il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l’orecchio nel giorno in cui lo invocavo” (Sal 144)
Questo arazzo è stato tessuto da entrambe le parti con un significato fortemente collegato.
Il titolo della prima parte è “ Tempesta”: esso presenta un turbinio di onde che da incalzanti, nella parte sinistra, si rendono più regolari e dolci verso destra.
Al centro c’è una grande onda regolare, armonica, imponente e tranquilla. Mi richiama la presenza di Gesù sulla barca insieme ai discepoli, che lo chiamano con insistenza: “Non ti importa che siamo perduti?” (Mc 4,38). Ed Egli, dopo aver comandato al mare di calmarsi dice loro “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. In mezzo alle tempeste turbolente della nostra vita c’è la possibilità di rimanere in Lui, di rimanere nella Sua parola, di fidarsi della Sua parola. Il suo sguardo ci segue nelle nostre traversie, quando siamo affaticati, ed Egli viene presso di noi, ci raggiunge e ci dice “Coraggio, sono io, non abbiate paura” (Mc 6,50).
Nella nostra vita la luminosità ci raccoglie lì dove siamo. Il Dio amorevole ci dà nutrimento e luoghi in cui riposare, ci sorprende portando abbondanza di vita, oltre i nostri desideri.
Se entriamo nella dimensione di calma fiduciosa suggerita da questa grande onda che simboleggia la presenza del Cristo, possiamo intravedere che in secondo piano ci sono altre due grosse onde luminose, quasi in una perfetta quiete ed armonia. Queste due onde ci suggeriscono una dimensione di sogno, che però non è il sogno illusorio fatto da noi per fuggire le turbolenze della vita.
No. E’ il sogno di Dio, il sogno che Dio fa su ognuno di noi, anzi che ha fatto su di noi fin dall’inizio del mondo, quando ancora non eravamo nati. La presenza di Gesù che scopriamo nella nostra vita, le sue parole, i suoi gesti ci raggiungono e ci fanno intravedere questo sogno che Dio ha su ciascuno di noi.
“Ringraziamo con gioia il Padre del Signore nostro Gesù Cristo:
ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
Liberati dal potere delle tenebre e trasferiti nel regno del suo Figlio diletto
in Lui abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.
Cristo è immagine del Dio invisibile generato prima di ogni creatura;
Egli è prima di tutte le cose e tutte in Lui sussistono.
Tutto fu fatto per mezzo del Figlio e in vista di Lui fu creato l’universo.
Tutto è in Lui nei cieli e sulla terra, le cose visibili e quelle invisibili.
Egli è capo del corpo, che è la Chiesa, il principio, il primogenito di quanti risorgono dai morti,
per ottenere il primato su tutto.
Perché è piaciuto a Dio far abitare in Lui ogni pienezza
e con il sangue della Sua croce riconciliare a sé l’universo.” (Col 1,3.12-20)
Nella pagina successiva continua la spiegazione dell’arazzo che può essere visto da entrambi i lati