Prega china su di noi, Maria, e raccogli e presenta la nostra vita al Signore come una cosa che si dà tenendola fra le mani, con le palme giunte, come si porta un sorso d’acqua nel deserto; tenendola con cura fra le palme delle tue mani, strette con timore e tremore che non vada perduta una sola goccia, una sola spiga di buon grano maturato al sole della vita, una sola briciola di bontà.
Prega stretta a noi, nel momento della nostra paura. Anche coloro che hanno fede vigorosa, anche i più coraggiosi hanno paura. Tu ripetici solo, come Gesù, come i profeti, come gli angeli: «Non avere paura». Nulla è biblico come questa parola di fiducia.
Tu che l’hai accolto di nuovo in grembo quando fu deposto dalla croce e parve a te di partorirlo ancora, guarda anche a me, e tra le braccia nascondimi, in quell’ ora, come lui fu deposto sul tuo grembo, tuo frumento.
«Prega per noi nell’ ora della nostra morte», e sarà come uscire di nuovo nel sole, come il ritrovarsi di amici separati, come sentire uno sguardo di luce riscaldare il volto, e la tua voce accoglierci e dire: Vieni, caro, adesso non ti farai più male. Vieni, figlio, il tuo desiderio di amore era già amore.
Prega per noi tuo Figlio, che inonda di luce e di vita anche le vie della morte. Prega per noi nell’ ora della nostra morte, e della vita.
(Ermes Ronchi – Maria casa di Dio – Ed. Messaggero PD)