Il Presepe di quest’anno sottolinea il legame – ovvio ma non scontato – fra l’Incarnazione (il Natale) e la Redenzione: quest’ultima non è intesa come “liberazione” di ciascuno dal proprio peccato, ma come salvezza universale, come offerta di un progetto di umanità nuova che scaturisce dal cuore del Padre e diventa storia di salvezza – Regno di Dio – nel Figlio che si fa “vicino” per opera dello Spirito Santo. Ci lasciamo guidare – come al solito – dalla Parola di Dio.
Verranno i popoli dai confini del mondo
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. (Sal 85,9-12)
I cinque settori rappresentano i popoli dei 5 continenti, coinvolti da un movimento spiraliforme verso l’interno. Là dove i propri progetti, le proprie aspettative, le proprie pretese si fermano per mettersi in ascolto di una novità che viene. Questi diversi popoli , tutti interconnessi fra loro hanno la possibilità di superare le forze separanti e di imparare a portare il male proprio e degli altri per affidarlo alla azione trasformante di Dio. A ogni uomo viene chiesto un movimento spiraliforme verso un’apertura da dove spira il vento. Non è una fuga dal mondo ma l’aprirsi ad una dimensione ulteriore per udire ciò che è inaudito. E’ scoprire di essere piccola creatura abitata da un flusso vitale, chiamata ad accogliere l’immenso che desidera splendere in lei e attraverso di lei amare. Scoprendo che questa chiamata si rivolge ad ogni uomo e perciò porta all’incontro e alla comunione nell’azione.
Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome. (Sal 86,9)
Al centro la scala di Giacobbe, che unisce terra e cielo. Sulla quale si sale e si scende. Luogo della connessione. Fra terra e cielo e fra gli uomini. Apertura a nuove possibilità e prospettive. Apertura ad uno sguardo che tutti ci cerca, segue, accoglie, ama. Luogo dove si rende visibile ciò che non è visibile né descrivibile. La scala è ricerca e insieme energia dinamica che ci fa muovere dal di dentro e ci porta ad una nuova armonia.
Siamo tutti chiamati ad avere nuovi occhi per vedere. Nuove orecchie per ascoltare. Nuova lingua per dire parole nuove. Ma perché accada questo siamo tutti chiamati al silenzio, all’attesa paziente. Nella consapevolezza che ognuno è chiamato ad immettersi in questo flusso di salita e discesa. Perché questa Vita che ci abita ci chiede di espandersi attraverso di noi. Tesi fra fedeltà e apertura a elementi nuovi. In ascolto del Dio misericordioso che si china sulle nostre povere storie e si appassiona per ognuno. Si fa iniziatore di storie. Ci consegna spazi di libertà inattesi. Apre nuovi ponti di comprensione e condivisione. Si fa iniziatore di una storia nuova. (Liberamente tratto da una meditazione di Sandro Rotili – monaco di Camaldoli – 2008).
Tutte le genti verranno
e si prostreranno davanti a te,
perché i tuoi giudizi furono manifestati. (Ap 15,4b)